Cambio il mio sguardo

di Simone Sideri

L’eredità più profonda che ho ricevuto dai seminari condotti da Norbert Lantschner è considerare il modo in cui guardiamo il mondo. Pensare che ci sarà sempre una nuova possibilità, anche se non riusciamo a vederla, e per questo continuare ad agire e portare il proprio contributo per il pianeta e l’umanità che lo abita.

Mi risuonano alla mente le parole di Donella Meadows, scienziata del MIT: occorre ripartire dalla “più difficile delle parole e dalla risorsa apparentemente più scarsa”, amore. Così scriveva Donella ne “I nuovi limiti dello sviluppo”, così definiva il più importante strumento per la transizione verso una società più sostenibile.

“Cercate in voi stessi e negli altri gli istinti umani migliori. Siate pazienti con voi stessi e con gli altri quando vi scontrerete con le difficoltà di un mondo in trasformazione. Amate l’umanità che è in ognuno di noi, amate la natura e il pianeta che ci ospita.”

Mi ha sempre colpito molto leggere queste parole in bocca ad una scienziata, dedita ai modelli matematici e alle leggi della fisica.

Così come mi ha sempre colpito Norbert, per la sua capacità di coniugare insieme competenza tecnica scientifica e passione umana.

E allora, con un certo pudore, mi concedo di pensare, a volte anche di credere, che il modo in cui io guardo il mondo possa influire sul mondo stesso.

RIFERIMENTI:

NORBERT LANTSCHNER >Abitare: noi stessi nel cambiamento, Il futuro chiede saggezza

DONELLA E DENNIS MEADOWS, JORGEN RANDERS, “I NUOVI LIMITI DELLO SVILUPPO”, OSCAR MONDADORI, 2006

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