Di: redazione2
Categorie:
DEVO, DEVO, DEVO …
di Stefania Garofano
Quando, fino a pochi giorni fa, eravamo tutti in accelerazione, quante volte ognuno di noi si è ripromesso di decelerare oppure, ascoltando chi capivamo essere avanti a noi e aver raggiunto la saggezza, ci siamo detti: questa volta ho capito, devo rallentare. Devo pensare più a me stesso, devo ritagliarmi del tempo dove poter esprimere la mia creatività che è rimasta chiusa nel cassetto della mia fanciullezza o adolescenza.
Devo poter pensare al mio corpo che ha bisogno di attenzione, come un respiro che arrivi fino in fondo e risalga fino in cima senza apnee; devo avere Il tempo di guardare negli occhi chi mi sta vicino ma vedendolo e riconoscendolo; devo sapermi fermare senza sentirmi in colpa perché sto mancando nei confronti di qualcuno che si aspetta che io mi spenda ed esaurisca le mie energie.
Devo, devo, devo che solo a pronunciarli ci lasciavano esausti! Com’è difficile volersi bene! Autenticamente bene! Oggi, che ci troviamo in questo fermo forzato, dove ci viene quasi obbligato di fermarci, di stare in casa, ci viene paradossalmente offerto tutto ciò che freneticamente volevamo raggiungere, per conoscere il vero piacere di vivere!
Se riusciamo ad entrare nell’accettazione di ciò che ci viene chiesto, e non possiamo fare diversamente se rispettiamo noi stessi e gli altri, impareremo a vivere senza tralasciare nulla di ciò che ci è stato donato, perché finalmente senza la fretta, impareremo a guardare un fiore in tutta la sua bellezza e a sentirne il profumo che emana!
Avremo il tempo di sgranare gli occhi per meravigliarci di qualcosa di bello , di nuovo che non avevamo mai notato, sentiremo la bellezza del silenzio che è rumore che ci avvolge in tutta la sua novità.
Non voglio benedire il virus ma benedire quello che noi potremo portare accettando e cambiando le nostre abitudini .
Quando questo periodo passerà, probabilmente qualcuno sentirà la nostalgia di una condizione nuova che ha in qualche modo fatto spazio al ricordo del passato in cui il passo era più lento e l’umanità più umana. Condizione più consona agli anziani perché viva nel ricordo ma credo che anche i bambini la stiano vivendo non come il periodo più brutto della loro vita ma con curiosità e più disponibilità perché stanno vedendo il meglio dei loro genitori. Ed anch’essi sapranno dare il meglio. Siamo il frutto di ciò che respiriamo ed oggi l’aria è paradossalmente più pulita!