Echi del Festival 2022 /1
di Patrizia Cavallo
Il ritorno a casa è sempre una grande gioia per me. La pace di un luogo sicuro e accogliente, la certezza di essere nel posto giusto al momento giusto.
Questo viaggio è nato dal desiderio di venire a contatto con una realtà pulita, semplice, seria e creatrice: la Casa dell’Ecologia Umana.
Sono stata accolta come un’amica gradita e questo mi ha fatto sentire bene.
Si sono succeduti incontri di grande spessore morale e molto piacevoli.
Il dott. Catello Manfuso, il Maestro Filippo Caramazza, lo spettacolo sui Semi con Giulia e Davide (S.E.M.I.S.) e l’incontro con l’Avvocato Luca Carpineti di Osimo hanno segnato un proseguo nell’azione di Mario e Marina iniziata anni fa, di costruzione di una nuova realtà e di scelte innovative e salutari per tutti.
La lezione di ascolto del brano dal “Vangelo secondo Matteo” di Bach è stata emozionante, come lo sono stati la performance di Francesca ed Elisa e il concerto del trio Uzza-zà.
Di seguito riporto i pensieri nati da questa esperienza.
Mi sento coinvolta e grata: è stata l’ispirazione a guidarmi in questa scelta di partecipare al Festival. Sto imparando a fidarmi sempre di più di ciò che sento giusto e benefico per me e comprendo che per risonanza è altrettanto benefico e giusto per il mondo intero.
La voce della Madonna nei suoi messaggi, così accorati, da diversi mesi è come un’eco che risuona nei cuori delle brave persone in cerca di soluzioni di bene e di bellezza per questo pianeta; è come un filo conduttore che unisce e accomuna chi davvero vuole il bene e la verità.
Sul nostro pianeta c’è l’incarnazione dell’uomo creato a immagine e somiglianza di Dio con la sua parte materiale che esprime tutta la fragilità e la precarietà dell’essere anche materia oltre che spirito, ma che in quanto natura viva pretende di esprimersi come tale.
Il seme che ciascuno produce dentro di sé ha bisogno di un terreno buono per potersi aprire e dare vita a un nuovo fiore, a una nuova pianta. Ci si incontra per creare insieme qualcosa di bello e di buono, qualcosa che nutra la nostra intelligenza e la nostra anima. In questi giorni di Festival ha risuonato fortemente in me la necessità di ascoltare la vera musica dell’anima che rappresenta un punto di guarigione per chi ne entra in vibrazione.
Ogni cosa si accende, si illumina come una candela illumina una stanza buia e ciascuno di noi partecipanti ha potuto vedere questo seme dentro di sé e questa luce.
Sento la stanchezza del viaggio, ma sono certa che si tratti di un rilascio di tensioni accumulate nell’attesa di buone notizie e nel bisogno di poterle condividere per caricarmi di certezza nel bene e nel fatto che tutto ha un senso per il massimo bene di ogni abitante di questo pianeta che sia consapevole della verità che è espressa dalla Luce del Creatore.
Ci sono tanti modi per essere attivi: ognuno può fare del proprio meglio per sintonizzarsi nell’onda dell’amore universale, un amore che riempie le nostre vite e crea connessioni per tutti coloro che incontriamo ogni giorno.
Questo ci aiuta a comprendere molti segreti della nostra incarnazione in questa dimensione, ci fa comprendere il perché la nostra vita ha avuto bisogno di certi passaggi e di certe sfide per crescere, e nasce nel cuore il vero perdono per ciò che ci ha fatto soffrire, e il desiderio di aumentare il nostro livello di spiritualità per comprendere ancora di più.
Si rivela allora la saggezza e l’umiltà di sapere che c’è sempre qualcosa di più grande a cui accedere.
Il viaggio serve a questo: uscire dalla nostra comodità quotidiana che ci suggerisce continuamente di lasciar perdere, di non muoversi da ciò che comodamente viviamo, e abbracciare invece la vertigine dell’ignoto che ci sovrasta e che si vuole rivelare a noi.
Tutto ha un senso nuovo, una volontà di proseguire lasciando perdere il giudizio che per troppo tempo ci ha incastrati nel dolore e nella rassegnazione.
La vita è semplice, è pura, perché così è stata creata, il contrasto nasce dalla dimenticanza di chi siamo in realtà.
Chi siamo noi?
Siamo portatori di Luce che hanno bisogno di unirsi ad altri portatori di Luce, per illuminare il buio che per troppo tempo ci ha ingannati e ha tentato di rapirci.
Liberiamoci dunque nell’unità e nella grazia, nel perdono, e sapremo essere semi veri autentici e fecondi, ciascuno secondo il talento segreto che porta nella sua anima e diventiamo tramiti condividendo il nostro tesoro.
Ciò che siamo stati creati per essere è la santità, il sacro che c’è in noi è il seme del nuovo mondo, è il sorriso della vita, è la soluzione.
Siamo portatori dell’energia Cristica che fa nuove tutte le cose e dona forza e vigore a ogni cellula che si rigenera e resiste e vive.
Cogliamo il coraggio di procedere e osare, di essere vigili e pronti, pieni di certezze e di amore, per sanare con la nostra energia creatrice tutto ciò che necessita di essere sanato.
Nel nostro DNA sono scritte tutte le sapienze dei nostri antenati e tutti i loro desideri e i loro incompiuti, ora ci viene richiesto di riconoscere questo patrimonio e utilizzarlo al meglio e con ogni mezzo.
Sono grata di ciò che ora comprendo perché so che il mio passaggio su questa terra ha un senso e che il mio operato può essere d’aiuto per molti.
Accendo perciò una candela per ringraziare con tutto il cuore questo Festival, questa scelta e tutti coloro che ho incontrato.