Si può educare all’INVISIBILE e che cos’è l’INVISIBILE?
di Mario Baldoni
L’INVISIBILE rimanda subito al Piccolo Principe di Antoine de Saint- Exupery, quando viene espressa la celebre affermazione “l’essenziale è invisibile agli occhi”.
L’INVISIBILE rimanda alla Visione di ciò che è, non materiale … non visibile allo sguardo “normale”. Per secoli e millenni noi uomini abbiamo convissuto con quell’INVISIBILE reso Visibile. E con quella voce di Dio, resa Udibile. Quell’Udibile e quel Visibile facevano parte della Vita Umana, la vita di uomini storici come noi, buoni e cattivi.
Poi progressivamente la rivoluzione scientifica prima e quella industriale poi, hanno portato dal “mondo delle qualità al mondo delle quantità”, L’avvento del misurabile e quantificabile ha reso possibile che il mondo della materia e l’ideologia ad essa conseguente “il materialismo” diventassero dominanti e le qualità, i simboli, il mondo dotato di Senso diventassero sempre più “l’Invisibile”.
Sabato 15 Aprile Mariella Lancia ci ha condotto, attraverso un lavoro esperienziale, nella presentazione del suo ultimo libro “Aprire gli occhi all’Invisibile. Come riaccendere la spiritualità nei ragazzi” secondo la modalità socratica ci ha guidato nella ricerca ponendoci domande. “cosa vi evoca la parola Invisibile? e la parola riaccendere? Che cos’è la spiritualità? E infine: è possibile educare alla spiritualità? A chi spetta il compito di soddisfare -la fame- di ricerca dei giovani e in quale modo può essere svolto?”
Spiritualità presente in tutte le religioni e che le trascende, come direbbe J.Martin Kuvarapu, e Invisibile tendono ad identificarsi.
Gli Uomini nelle loro “eterna ricerca” hanno sempre cercato di vedere! Gli antichi Veda indiani derivano dalla parola sanscrita VID – vedere, ma anche Platone nel mondo greco parla di vedere riferendosi ad una conoscenza che supera la mutevolezza ingannevole dei sensi. E nella diffusa tradizione yogica, ormai divulgata presso la nostra cultura, si parla di Terzo Occhio, così come nella tradizione buddhista.
La spiritualità diviene, nella definizione di Mariella, quel “tessuto leggero” che connette tutte le cose, quel linguaggio di volta in volta geometrico – matematico – artistico – Naturale – poetico – simbolico che lega tutta la Realtà Visibile e Invisibile.
A voi che state leggendo lascio l’ultima domanda: perché è importante, se per voi lo è, riaccendere nei giovani una spiritualità che travalica le frontiere, etniche, linguistiche e religiose in attesa del mondo nuovo che si va facendo?
Attendiamo con fiducia le vostre risposte.
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Caro Mario, ho appena letto le tue parole. E sai che sono d’accordo! Io vedo l’umano un poco ovunque e, la mia visione del mondo prosegue con attenzione e cura. Un abbraccio forte e grazie Bruno
Sono d’accordo! Io vedo l’umano un poco ovunque e, la mia visione del mondo prosegue con attenzione e cura. Un abbraccio forte e grazie Bruno